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"Costruire la propria vita" è quasi un imperativo categorico nelle società moderne che esaltano l'individuo. In tutti i paesi occidentali i singoli agiscono, lottano, si sforzano per fare della propria esistenza un'unica e singolare avventura, riposta nelle proprie mani, condizionata solo dalle proprie decisioni. Un'aspirazione che coincide con l'affrancamento dal passato, dalle società immobili, dalla tradizione, ma che presuppone un futuro amico e prevedibile, futuro che la società del rischio non è più in grado di garantire. Si crea perciò una discrasia tra il desiderio di padroneggiare il proprio destino e l'effettivo controllo che si può condurre sulle proprie esistenze, forse mai state così dipendenti dalle condizioni esterne come nel mondo globale. Su ogni scelta, dallo studio al lavoro o al matrimonio, grava il timore dell'imprevedibilità e dell'insuccesso. Paura e angoscia sono divenuti sentimenti sociali diffusi, rendendoci vulnerabili a ogni notizia drammatica da ogni dove, accentuando il senso di minaccia e fragilità personale.